Whistleblowing
Meccanismo di difesa dell'Ente nei confronti dei propri dipendenti che denunciano comportamenti illeciti in procedure o in comportamenti del personale
Ultima modifica 24 luglio 2024
Cosa è il "whistleblowing"
Si tratta del processo attraverso il quale un individuo, tipicamente un dipendente di un’organizzazione, segnala attività illegali, non etiche o improprie all’interno dell’organizzazione stessa. Questi segnalatori, noti come “whistleblower,” possono riferire violazioni di legge, regolamenti, norme o politiche aziendali che potrebbero includere frodi, corruzione, pratiche commerciali non etiche, pericoli per la salute pubblica o la sicurezza, e altre forme di malaffare.
Come funziona
- Segnalazione nterna: Il whistleblower segnala il problema ai superiori all’interno dell’organizzazione o utilizza canali di denuncia interni.
- Segnalazione Esterna: Se la segnalazione interna non porta risultati o se il whistleblower teme ritorsioni, può rivolgersi a enti esterni come autorità di regolamentazione, agenzie governative, o media.
La protezione del whistleblower
- In molti paesi, esistono leggi che proteggono i whistleblower da ritorsioni, come licenziamento, demansionamento, o altre forme di discriminazione. Negli Stati Uniti, ad esempio, ci sono leggi come il Whistleblower Protection Act.
- Nell’Unione Europea, la Direttiva UE 2019/1937 offre protezioni simili per i whistleblower.
Anonimato
- Alcuni sistemi di whistleblowing permettono ai segnalatori di rimanere anonimi per proteggere la loro identità e prevenire ritorsioni.
Motivazioni del Whistleblower
- Le motivazioni possono variare: alcuni agiscono per senso di responsabilità morale o etica, altri possono essere spinti da esperienze personali negative, e in alcuni casi possono esserci incentivi finanziari (ad esempio, il programma del SEC negli Stati Uniti che offre ricompense finanziarie ai whistleblower).
D.Lgs. 10 marzo 2023, n. 24 in attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione.
D.Lgs. 24/2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale S.G. n. 63 del 15 marzo 2023, recepisce nell’ordinamento giuridico italiano la normativa comunitaria a tutela dei soggetti che segnalano attività illecite o frodi all’interno di un’organizzazione pubblica o privata, c.d. “whistleblower”.
Rispetto alla normativa finora vigente, la legge di attuazione della Direttiva UE ha un raggio d’azione più ampio, in quanto:
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Fa riferimento non soltanto alle violazioni del diritto dell’Unione Europea, ma anche alle violazioni del diritto nazionale già specificate, per il settore pubblico, con la L. 190/2012 e, per il settore privato, con la L. 179/2017;
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Amplia la definizione di whistleblower a categorie che finora erano rimaste escluse dalla legislazione nazionale, come ex dipendenti e candidati a posizioni lavorative, lavoratori autonomi, liberi professionisti, consulenti, volontari, tirocinanti, azionisti e stakeholder;
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Estende la protezione dei segnalanti nel settore privato, prima applicata soltanto alle aziende che adottano il modello di organizzazione e gestione 231, a tutte le aziende che nell’ultimo anno abbiano impiegato in media 50 o più dipendenti;
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Si applica sia al personale delle Pubbliche Amministrazioni che a quello delle Società soggette al controllo pubblico, oltre che al personale delle aziende che forniscono beni e servizi o eseguono lavori per la PA;
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Vieta di rivelare l’identità del segnalante anche nel procedimento penale e contabile, così come in quello disciplinare.
Il decreto attuativo assegna ad ANAC il ruolo di unica Autorità nazionale competente, sia per il settore pubblico che per quello privato. L’Autorità ha inoltre il potere di irrogare sanzioni amministrative pecuniarie fino a 50.000 euro in caso di mancato adeguamento o di violazioni delle prescrizioni normative.
L'area Web per poter effettuare segnalazioni con piena tutela e difesa dell'identità QUI >>>